giovedì 6 dicembre 2012

Eisfabrik_La più antica fabbrica di ghiaccio

Eisfabrik Berlin

Proprio nel cuore della città, tra i quartieri di Kreuzberg e Mitte, un vecchio edificio abbandonato rappresenta uno dei  tanti spazi dal fortissimo potenziale di riuso urbano che punteggiano Berlino: la Eisfabrik.

Il comignolo che svetta solitario fa parte di una antica fabbrica che produceva ghiaccio artificiale, quel che rimane della struttura, che versa in condizioni di totale abbandono e il grande vuoto antistante, conseguenza dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, sono diventati durante il laboratorio: Vuoti a Rendere, uno dei più stimolanti casi di approfondimento.

Sulle rive della Sprea, non lontano da uno dei porti commerciali di Berlino, l'Osthafen, l'imprenditore Carl Bolle stabilisce a fine '800, la sua attività di produzione e commercio di ghiaccio naturale per la conservazione dei cibi, dove per ghiaccio naturale si intendono lastre ricavate direttamente dal taglio del fiume ghiacciato. La società "Norddeutschen Eiswerke AG" non potendo più dipendere dalle condizioni metereologiche commissiona il progetto di una macchina di raffreddamento a vapore, è così che la produzione all'interno dell' Eisfabrik si automatizza nel 1914, parte degli ingranaggi sono ancora visibili nella sala macchine al pian terreno.


Su 11.000 metri quadri l' Architetto Albert Biebendt sviluppa due cortili con impianti civili e industriali, seguendo le linee stilistiche del primo modernismo, l'edifico principale in mattoni rossi è ricco di decorazioni. Raffinate tecniche costruttive fanno di questo impianto un progetto di alta ingegneria, le pareti delle celle frigorifere, che possono essere utilizzate anche da privati, sono isolate da 15 centimetri di sughero e le abitazioni sono riscaldate direttamente con il calore prodotto dalle macchine.

L' Eisfabrik su Kopenicker strasse è tra le più antiche fabbriche di ghiaccio presenti in Germania, nonché l'unica rimasta a memoria di questi antichi impianti, che utilizzati per la costruzione di armi e proiettili durante la seconda guerra, diventano obiettivi sensibili per gli attacchi aerei. L'alta qualità della tecnica di raffreddamento e conservazione fa sì che l'impianto, che si trova nella parte Est della Berlino divisa, rimanga attivo anche negli anni della DDR, anni durante i quali ovviamente la produzione cala drasticamente fino al periodo post Muro, quando la società viene privatizzata e l'impianto chiuso definitivamente nel 1991.

Quel che rimane della struttura, l'ala sinistra e parte della sala macchine, si trova in stato di abbandono da allora, si susseguono una serie di proposte progettuali per il ripristino dell'area, tutte bocciate in quanto prevedono la demolizione delle rovine della fabbrica, inscritta dal 2005 nell'elenco dei beni storico-architettonici da tutelare. Nel 2010 si è corso il rischio che la rimozione diventasse realtà, ma come sempre la mobilitazione delle associazioni dei cittadini, supportati da rappresentati politici e architetti, non lo hanno permesso.

Il nodo però non si scioglie, la TLG, società immobiliare più importante della Germania Est, proprietaria dell'impianto, non riesce a venirne a capo, e intanto l'impianto giace abbandonato in attesa di conoscere il suo destino.

Questa area rappresenta per il Laboratorio Vuoti a Rendere, che approfondisce i temi del vuoto urbano e del riuso di strutture abbandonate, un perfetto punto di partenza per riflessioni e proposte.

Inoltre la centralità della posizione al confine tra il quartiere di Mitte e Kreuzberg, nonché la forte valenza storica, rappresentata non solo dall'essere l'unica e la più antica fabbrica del ghiaccio di Berlino, quanto più dal trovarsi lungo la linea del tracciato del Muro, ne segnano il valore aggiunto dell'area e l'altissimo potenziale di sviluppo urbano.

Galleria correlata: QUI

A cura di
Ciampolillo Rina www.42mm.it
Munizza Zuleika www.berlino-explorer.com



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